Celestino Contu

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CONTU CELESTINO (in memoria)

Celestino Contu nacque a Monserrato il 22.09.1919. Sul foglio matricolare, custodito presso l’Archivio di Stato di Cagliari, in alto sulla destra, è riportata questa annotazione: “Si approva la correzione in rosso della data di nascita dicente 22.09.1919 e non 10.09.1919, come da certificato di nascita del Comune di Cagliari in data 16.02.1959, (atto n. 123 – p. I). Cagliari, li 18.02.1959”. Il padre aveva lo stesso suo nome, Celestino, mentre la madre si chiamava Genesia Dessì.

Alla visita militare risultò alto m. 1,62 e possedeva dei tratti somatici regolari, un colorito bruno e presentava qualche problema ai denti. Studiò fino alla quarta elementare e di professione faceva il muratore. All’atto dell’arruolamento risiedeva in Selargius, via Stradetta 22. Infatti, all’età di vent’anni si era sposato e trasferito nel paese vicino. Prima di partire militare, la moglie diede alla luce il loro unico figlio che egli non potè più vedere crescere perché da quella stramaledetta guerra non fece ritorno.

Celestino Contu venne chiamato in armi l’11 marzo 1940 e fu assegnato al 2° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata – 3°/XXIII Battaglione 105/28 – in Acqui (caserma Cesare Battisti).

Nel marzo 1941 fu aggregato all’11° Reggimento d’Artiglieria, ma restò sempre in Piemonte e frequentò un corso per “marconista” ad Alessandria. Nel novembre 1941 rientrò al Corpo e a seguito dei brillanti esami sostenuti, fu nominato “marconista d’Artiglieria” e fu autorizzato a fregiarsi del relativo distintivo.

Nel febbraio 1942, dopo due anni di servizio, gli venne anche concessa una licenza straordinaria di gg. 30+2 e gli furono pagate anche le licenze non godute nell’anno 1940, lire 202,60, e nell’anno 1941, lire 213.

Partì per la Russia il 25 giugno 1942 con il 23° Gruppo mobilitato facente parte del Corpo di Spedizione Italiano in Russia e non fece più rientro in Patria. Venne dato per disperso e le annotazioni sul suo foglio matricolare si chiudono con un grande timbro rettangolare con scritto: “Disperso nel Fatto d’Armi di Russia in data 30 gennaio 1943. Rilasciata la dichiarazione d’irreperibilità dal Comando Deposito del 2° Reggimento d’Artiglieria di Corpo d’Armata in data 10 giugno 1943. Un timbro che cancella una vita.

Sabato 25 settembre 2010 si svolsero presso il cimitero di Monserrato due importanti cerimonie La prima fu la posa della lapide funebre in memoria dell’artigliere Contu, mentre la seconda fu la consegna ai familiari della piastrina metallica di riconoscimento, da parte del Sindaco Marco Sini. Il figlio di Celestino Contu, ora deceduto, abitava a Quartu e la piastrina fu consegnata alla nuora e ai nipoti presenti.

Alla cerimonia era presente, tra gli altri, il Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Pinuccio Tinti, il quale richiamò l’attenzione sul grande sacrificio di quei ragazzi poco più che ventenni mandati a morire così lontano da casa.

Il ritrovamento della piastrina, e di altre ancora, è stato decisamente fortuito. Così ha raccontato l’autore della scoperta, il dott. Antonio Respighi, consigliere della sezione di Milano dell’Associazione Nazionale degli Alpini, il quale nell’agosto 2009 si trovò per sbaglio nella città russa di Miciurinsk, a circa 420 km a sud-est di Mosca, perché col suo camper, in compagnia della moglie e altri compagni di viaggio, era diretto al campo di prigionia russo di Uclostoje[1], avendo sbagliato strada pernottarono a Miciurinsk. Poco dopo la sosta si avvicinò al camper un giovane che parlava di qualcosa riguardante i soldati italiani, ma non fu capito e fu quasi mandato via perché scambiato per un seccatore. Ma il giorno dopo il giovane ritornò con due vecchie gavette contenenti diverse piastrine di militari italiani morti in Russia durante il secondo conflitto mondiale. Tra queste piastrine, il dott. Respighi trovò anche quella di Celestino Contu. L’impegno del dott. Respighi, fu quello di riportare le piastrine in Italia e consegnarle alle famiglie dei giovani soldati caduti.

La lapide è visibile sulla parete esterna della cappella cimiteriale dove già si trovano altre 16 lapidi di monserratini caduti in guerra.[2]

Purtroppo Celestino Contu non fu l’unico ragazzo monserratino a non rientrare dalla Russia e le lapidi presenti nel cimitero di Monserrato ne sono la muta testimonianza.

  Lapide di Contu Celestino nel cimitero di Monserrato

Cimitero di Monserrato – Lapidi in ricordo di alcuni ex combattenti

 

[1] In questa località negli anni di guerra 1941- 45, esisteva un campo per prigionieri internazionali con relative fosse comuni. Secondo i dati del Ministero della Difesa, nel 1943 in quel campo morirono 4.178 soldati italiani.

[2] Si riportano le trascrizioni delle lapidi degli ex combattenti presenti nel cimitero di Monserrato:

  • Bersagliere Stara Agostino n. 28.08.1919, m. 26.12.1942 disperso in Russia;
  • Deidda Antonio di anni 26, caduto sul fronte slavo;
  • Trudu Fernando, combattendo sul fronte greco cadde in asperrima lotta per il trionfo della Patria diletta, n. 27.07.1914, m. Grecia 16.01.1941;
  • Tidu Antonio, fu Enrico, n. 28.11.1910, morto in combattimento AGHERN, A.O.I.(*), il 17.03.1942;
  • Serra Lorenzo, caduto per la Patria in Russia;
  • Pinna Giovanni di anni 25, morto nell’adempimento del proprio dovere nel settembre 1942 in Croazia;
  • Puddu Antonino, disperso in Russia, 21.02.1942;
  • Sacceddu Giuseppe, disperso in Russia, 21.08.1942;
  • Medda Raffaele, n. 6.09.1918, disperso in Russia 1942;
  • Foddis Francesco, fu Luigi e fu Origa Fabiana, n. 16.01.1912, morto a DIRE DAUA (**), A.O.I. il 21.10.1937;
  • Frau Cesare, 1922 – 1945, caduto sul fronte di Bologna per la redenzione della Patria;
  • Picciau Antonio, deceduto a 27 anni per cause di guerra;
  • Serri Giovanni di anni 20, caduto per la Patria il 24.05.1941;
  • Sanna Giuseppe di Pietro e di Zuddas Lucia, 1918/1943, morto per incursione aerea.
  • Locci Raffaele, legionario volontario, morto nell’adempimento del proprio dovere per l’Italia imperiale, n. 29.01.1904 – Derna (Cirenaica) 5.07.1936.
  • Zorcolo Egisto, aiutante di battaglia, morto nel campo della gloria il 5.12.1917, in età di anni 31 – Zorcolo Ernesto, sergente maggiore, morto il 26.06.1920, in età d’anni 30, I genitori Battista e Pasqualina Zuddas e le sorelle Tarsilla e Beniamina addolorati posero.

(*) A.O.I. Africa Orientale Italiana.

(**) a circa 500 km ad est di Adis Abeba.

Condiviso da Gianfranco Vacca