Temperamento complesso, il suo modulo espressivo mutò a contatto di diverse esperienze culturali che lo spinsero ad abbandonare l’isola – e l’insegnamento di lingue, in cui non conseguì il titolo accademico – per approdare, definitivamente, nella penisola, con esiti artistici di rilievo, in virtù di un temperamento che non indulse mai a compiacimenti estetici ed edonistici.
Se Monserrato gli diede i natali, l’Urbe gli riservò quella fama che – attesa la sua aspirazione e il suo stile aristocratico – difficilmente avrebbe conseguito in Sardegna. La grande Città fece maturare la sua sensibilità artistica: si perfezionò ed approdò ad esiti pittorici nuovi e più consoni alle sue qualità innate.
Artista raffinato, di qualità, iniziò il suo tirocinio artistico sotto l’influsso del realismo – corrente seguita nell’isola ed a Monserrato da Cesare Cabras – quasi passaggio obbligato per quel periodo; la sua attenzione, non paga, si spostò decisamente. Nel 1958 abbandonò la Sardegna eseguì l’Impressionismo, in cui trasfuse, abbagliato dal cromatismo, certe tensioni forti, manifestando originalità di impianto e di colore, sconfinando – artatamente – in raffigurazioni inusuali.
Artista raffinato, comunque lo si legga, impresse nei paesaggi e nelle figure, presenti nelle prestigiose gallerie dell’Urbe, il suo magistero pittorico.
(Serafino Agus, Storia di Monserrato, Ed. Grafica del Parteolla)